Inchiesta sui due milioni spesi da 14 ex consiglieri del partito di Epifani
Il gruppo del PD del Lazio scialava e rubava
Coinvolto anche Foschi, capo della segreteria del sindaco di Roma Marino
Corte dei conti: “Incostituzionali le norme sui fondi ai partiti”

Anche la “sinistra” borghese si è da tempo smascherata e completamente compromessa con la corruzione dilagante in concorrenza con la destra. Lo dimostra quanto è successo al gruppo consiliare del PD alla Regione Lazio dove il presidente pro tempore Esterino Montino, attualmente sindaco di Fiumicino, l’ex tesoriere e consigliere Mario Perilli, e l’attuale capo segreteria del sindaco di Roma Enzo Foschi, già consigliere regionale del PD sono finiti nel registro degli indagati della procura di Rieti, che vuole fare chiarezza sulle spese del Gruppo regionale del Lazio del Partito democratico nell’anno 2011. Dopo lo scandalo che ha travolto gli ex capogruppo Franco Fiorito del PDL e Vincenzo Maruccio dell’IDV, adesso nel mirino degli inquirenti, ci sono ben 16 parlamentari regionali del PD, accusati di reati gravissimi tra cui falso e peculato.
Si tratta di reati ipotizzati dai pm sempre per gli stessi motivi che hanno fatto finire nei guai i colleghi del “centro-destra” e dell’IDV: spese per pranzi e cene, acquisti di beni materiali che per i magistrati non sono riconducibili né a fini istituzionali, né al mantenimento dei rapporti con gli elettori. In più gli indagati – secondo i pm reatini - alteravano fatture per aumentare i rimborsi o per ottenere pagamenti non dovuti.
In base a quanto accertato fino ad ora dalla guardia di finanza, nel 2011 il gruppo del Partito democratico ha percepito circa due milioni di euro di rimborsi spese che erano esentasse e ottenibili semplicemente presentando un’autocertificazione che ne attestasse l’impiego per mantenere il rapporto tra eletto ed elettore. Questi contributi erano concessi a patto che i capogruppi inviassero al Comitato regionale di controllo, entro il mese di febbraio, una relazione sulle spese sostenute nell’anno precedente, pena, in mancanza, la sospensione del contributo.
E intanto i magistrati hanno potuto riscontrare vere e proprie truffe, come nel caso di una fattura in cui il 3 di 3.000 euro si trasforma magicamente in un 8. Ricevute di un hotel quattro stelle di Rieti datate gennaio 2011 che avevano come giustificativo “Presentazione del libro di Reichlin” avvenuta tre mesi prima, ovvero il 22 ottobre 2010, scontrini da 1.200 euro per le bevande consumate in due giorni al convegno “La politica agricola del PD”, senza contare cesti natalizi, contributi a giornali, tv locali e associazioni.
Intanto la Corte dei conti solleva sia pure timidamente e tardivamente la questione di legittimità costituzionale di tutte le leggi che, a partire dal 1997, hanno reintrodotto il finanziamento pubblico ai partiti abolito con il referendum del 1993.

18 dicembre 2013